martedì 30 ottobre 2018

Una veduta storica dal Frantoio della Rocca

Nella foto di oggi, una bella veduta panoramica da una finestrotta del Frantoio della Rocca, a Cartoceto. Fino ad almeno duecento anni fa, l'area dove oggi è situato il piccolo parcheggio con questa vista straordinaria era occupato dalla Chiesa-Oratorio del Santissimo Sacramento, appartenente all'omonima Confraternita.


Secondo alcuni, il fabbricato adiacente ai locali del frantoio sarebbe appartenuto un tempo alla famiglia Rusticucci, tra cui il suo esponente di maggior prestigio, il cardinale Girolamo Rusticucci, nato a Cartoceto il 14 gennaio 1537 e famoso soprattutto per aver ricoperto l'incarico di Segretario di Stato sotto il pontificato di Pio V e dallo stesso elevato alla porpora cardinalizia il 17 maggio 1570. Il locale da cui è stata scattata questa fotografia, in particolare, sarebbe stata la camera da letto dell'insigne cartocetano.
Girolamo non fu il solo membro della sua famiglia a ricoprire incarichi importanti. Il fratello Francesco Rusticucci fu Vescovo di Fano (1567-1587), gli altri fratelli, Ludovico e Bartolomeo, furono rispettivamente Gonfaloniere di Fano il primo e castellano di Ancona il secondo; Diamante, figlia di Partenia Rusticucci (sorella di Francesco, Girolamo e Bartolomeo), e di Bernardino Peruzzi della nobile famiglia di Fano oggi estinta, sposò Girolamo Bonelli, fratello del cardinale Bonelli, detto l'Alessandrino, consanguineo del papa Pio V.
Il prestigio accumulato dalla famiglia Rusticucci in questo periodo suscitò invidie e gelosie presso le nobili famiglie fanesi: e forse anche da questo derivava l'affetto dei cartocetani verso questa famiglia, osteggiata e vilipesa dai nobili fanesi, membri di quel consiglio cittadino con cui la stessa Cartoceto da secoli doveva misurarsi per difendere le proprie prerogative di castello del contado, specialmente in materia fiscale. Il 21 giugno 1561 a Fano fu commesso il brutale assassinio di Ludovico Rusticucci, di una sua sorella e di altri due famigliari, per mano di Adriano Bollioni, postosi a capo di una banda di manigoldi, espulsi poi dalla città per i loro misfatti.
Erano vecchi rancori che ricominciavano a manifestarsi fra la famiglia dei Rusticucci ed i nobili fanesi, orgogliosi e invidiosi, tenuti dal vescovo Francesco a rispettosa distanza. A seguito di alcuni incidenti, culminati in una severa repressione nel 1568-1569, nel principio dell'anno 1570 Francesco si ritirò a Roma presso il fratello Girolamo, dove rimase per più di un anno. Rientrato a Fano nell'aprile 1571, qui avrebbe continuato il suo vescovado fino alla morte, sopraggiunta nel 1587.
Il sanguinoso eccidio del 1561 condizionò tutta la vita degli ultimi discendenti della famiglia Rusticucci: Francesco e Girolamo avevano entrambi abbracciato la carriera religiosa, che portò all'estinzione del ramo maschile della stirpe.
Il cardinale Girolamo Rusticucci si spense a Roma il 14 giugno 1603. Successivamente alla sua scomparsa, è possibile che quella che era stata la sua residenza a Cartoceto, o una parte di essa, passasse di proprietà alla Comunità: il Frantoio della Rocca fu infatti, a partire da almeno il XVII secolo, uno dei molini pubblici di Cartoceto, meglio noto come Molino di Sopra.

Una biografia dettagliata del cardinale Girolamo Rusticucci, di cui sopra ho proposto alcuni estratti, sarà presente nel prossimo numero dei Quaderni di Cartoceto.

Andrea Contenti

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