Questa volta, il Pelosi ci illustrerà alcune interessanti vicende legate ad un ospedaletto che esisteva in passato presso Salomone, una delle antiche ville di Cartoceto (ossia quelle piccole borgate sorte al di fuori del castello nel corso dei secoli e che oggi definiamo località o frazioni).
L'ospedaletto di Villa Salomone
di Giovanni Pelosi
Prima di entrare nella narrazione sono necessari due informazioni preliminari.
Villa è un termine con cui si designava l'extra moenia, cioè le località che si trovavano fuori dalle mura degli antichi castelli (oggi diremmo “del centro storico”). Per quanto riguarda “Salomone”, non è dato, allo stato attuale, risalire alla fonte primitiva del termine; non ha certamente alcun riferimento con il re di Israele del testo biblico. Ritengo, per alcuni riscontri con altri analoghi contesti, che sia stato il nome di chi abitava in quel territorio.
Certo è, invece, che fin da tempi remoti fu sede di un ricovero per donne povere; se ne ha memoria in una testamento rogato il 29 gennaio 1645 con cui Diamante Brunetta Cesarini stabiliva che “un pezzo di terra con due casette situate in vocabolo Salomone” si dovessero assegnare a due povere donne “da nominarsi da Marta di Francesco Fabbri di Cartoceti”.
Alla stessa lasciò un censo di scudi 302 da destinarsi, se necessario, alla manutenzione delle stesse. Ciò che è interessante in questo testamento testamento – poiché difficilmente si riscontra in altri – è che nel caso in cui la famiglia Fabbri si fosse estinta, all'ultimo suo erede spettava il “jus”, cioè il diritto di incaricare altri nell'assegnazione delle case utilizzando sempre i 30 scudi e i frutti che sarebbero derivati da tale censo.
Il resto dell'articolo è consultabile sul Numero 2 dei Quaderni di Cartoceto: clicca sull'immagine di copertina per visualizzare o scaricare l'opuscolo completo in formato PDF.
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